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19 ore di travaglio e mi hanno minacciata di uscire

Mia mamma ricorda quel giorno tra una risata e l’altra, ma poi si fa seria quando le chiedo come ha fatto a resistere 19 ore di travaglio.

“Mai provato tanto dolore in vita mia, poi appena sei nata è sparito tutto”.

Lei passa sopra anche al dolore più crudele, è una che piuttosto di disturbare si tiene tutto dentro e finge solo di avere una giornata no.

Tutto scivola, tutto passa, tutto è superabile.

Da piccola ho respirato quest’aria, farcela da sola in ogni circostanza, chiedere mai e ha funzionato per tanti anni, fino a quando ho capito che chiedere un aiuto non è un peccato, chiedere un aiuto è umano e guarda caso, quando te lo danno la vita è meno dura, ha un senso, diventa leggera veramente.

Non volevo nascere, stavo troppo bene lì dentro, mangiavo e dormivo senza costrizioni, perché privarmi di tanta abbondanza.

Sapevo cosa mi sarebbe aspettato una volta fuori: 8 poppate scarse di latte dalla natura incerta. Sì, perché ai miei tempi c’erano le mammelle per i bisognosi, io sono stata nutrita da una mammella “in prestito”.

Sarà per questo che il mio rapporto con il cibo è strano, un amore odio che sfiora la schizofrenia.

Me lo togli mi ingozzo, me lo dai digiuno. Posso dire come ci si sente in una 38 e come si sta in una 46, come si rinasce in una 42 e come ci piange in una 47.

Sono nata cicciottella, una bimba tutta salute, avrei messo in seria difficoltà la psiche di uno Shar Pei se ne avessi avuto uno, avrebbe pensato di essere mio fratello.

Certo tutti i bimbi sono belli, ma i paciocconi sono simpatici di diritto, diciamolo.

Per mantenere lo stato paradisiaco del cibo in abbondanza ho gestito le poppate come un manager farebbe con una S.P.A.

Dovevo aumentare le mie entrate e ho studiato due strategie che sono risultate vincenti: il sorriso e i 154 decibel capaci di uccidere qualsiasi umano.

Mamma e papà dicono che ero una brava bambina, sorridente, ubbidiente, sempre in ultima fila, dietro una colonna o riparata da un grande albero, questo almeno fino ai 13 anni.

Anni in cui ho scatenato l’incidente delle Three Mile Island rilasciando piccole quantità di gas radioattivi per tutta Aviano, cose che ti risparmio, ma che spiegano bene il perché io sia diventata così come sono oggi.

Io tengo al più debole, ma guardo ai più forti. Lotto per guadagnarmi una posizione, ma sogno di essere una regina. Auguro il peggio a chi fa del male, ma dimentico chi lo fa a me.

Sono un controsenso e un bel caso da studiare direi.

Mi definisco una donna dal cuore tenero coperto di strati di cioccolato fondente, fuori dagli schemi qb, amante del buon cibo e del buon vivere, introspettiva ma razionale, moderatamente saggia e autoironica.

Una che ogni 10 settembre venera le 19 ore di travaglio di mamma e che ringrazia l’Universo di avermi regalato una vita piena di contrattempi e contrappassi, di sorprese e di amore.

A tutte le persone che mi hanno voluto bene e che me ne vogliono e che me ne vorranno brindo alla vostra felicità e vi abbraccio forte forte perché ricordate, a voi porto fortuna e per la legge del contrappasso fate vobis.

PAPA’ GINO E MAMMA STELLA
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2 Comments

  1. Gianluca says:

    Buon compleanno cara Stefania.

    1. Stefania Zilio says:

      ma grazie mille

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