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La meraviglia di trovarsi con una discendente di Dante Alighieri

Conoscevo la cantina della tenuta Serego Alighieri, ma ammetto la mia ignoranza, della sua storia non ne sapevo nulla. Trovarsi a contatto diretto con una discendente di Dante Alighieri è stato per me pazzesco, data la mia forte attrazione verso Dante, che adoro alla follia.

Il direttore Bruno Petronilli di Jame’s Magazine, con cui collaboro, mi chiede di andare a Gargagnago in Valpolicella per il tradizionale Picnic al Tramonto, evento che ogni anno la Serego Alighieri organizza sui prati della sua tenuta.

Accetto per ovvi motivi: il primo in assoluto è vivere un’esperienza sensoriale in questa estate calda e, negli ultimi giorni, afosa e insopportabile.

Chiedo a un’amica di accompagnarmi e munita di tanta voglia di relax partiamo alla volta della Valpolicella.

L’impatto con la villa storica mi abbaglia da subito.

Varcato il cancello d’entrata entriamo nella storia millenaria di questa famiglia che, solo nel corso della serata, scopro essere discendente del mio adorato Dante Alighieri.

Fatto il chek-in, sistemiamo le nostre valigie in camera ( manco dovessimo starci una settimana ) scendiamo nella corte principale, in attesa dell’arrivo degli ospiti e giornalisti di testate nazionali.

Un primo calice di vino e alcuni scatti personali in angoli suggestivi mi fanno tornare bambina.

Ogni angolo di questa corte sembra volermi parlare: la scalinata in sasso, la molinara, le piane disposte ad arco, persino le mura in pietra mi trasmettono emozione.

Arriva la contessa Massimilla e iniziamo un tour privato all’interno della tenuta.

Massimilla è una donna bellissima – chissà perché le contesse sono tutte belle – dolce ed entusiasta di raccontare chi sono i suoi avi e come vivono oggi in Sarego Alighieri.

E’ qui che scopro la sua discendenza ed è qui che mi inebrio di desiderio di sapere.

Se ne avessi avuto la possibilità l'avrei intervistata per ore, sì il vino, sì l'evento, ma nulla in confronto al fatto che è una discendente di Dante Alighieri.

Atto notarile di acquisto della proprietà Casal dei Ronchi – 1353

Un’immagine dionisiaca, uno scorcio di vita reale che richiama alla mente i fasti passati, quando è facile pensare che Pietro Alighieri, figlio del Sommo Poeta, in questa tenuta organizzasse picnic con gli amici per degustare il frutto delle sue vigne.

Sì, perché Serego Alighieri vanta una storia secolare che inizia da Pietro nel 1353, quando, per seguire il padre nel suo esilio a Verona, acquista Casal dei Ronchi in Gargagnago, dando vita a una discendenza che oggi conta 21 generazioni.

Siamo quasi al tramonto ed è giunto il momento di scegliere da quale posizione osservare l’astro scomparire all’orizzonte.

Siamo sempre sedute a tavola, è un picnic e scegliamo di stenderci su questi tessuti a terra, a contatto con l’erba come fossimo le protagoniste di un quadro di Monet.

Volevo reggere l’impatto della meraviglia del calar del sole, tra i filari storici della tenuta con un sottofondo di musica leggera e un susseguirsi di leccornie tipiche venete.

Sto vivendo una serena beatitudine, un vero inno alla felicità del gusto tra una Parmigiana di melanzane viola con pomodoro candito e fiordilatte, un Insalatina di gallina padovana con radicchio di Chioggia e crostini di polenta Maranello, una Sbrisolona di riso Vialone Nano alle mandorle.

Calici di nettare per ogni portata e, alla fine, il principe Vaio Armaron, Amarone della Valpolicella Classico Docg.

Sento una donna dire al suo uomo: “Hai visto dove ti ho portato?” e giro prontamente la frase alla mia amica che mi ricambia con una serie di ringraziamenti quasi imbarazzanti.

In questa occasione conosco Elisa, la responsabile ufficio stampa della tenuta. Anche lei bellissima e dolce, come la Contessa, ci fa sentire accolte, come fossimo a casa e un po’ io la respiro quest’aria di casa quando la mia immaginazione corre a Dante e a suo figlio Pietro mentre vendemmiano cantando odi alla vite o passeggiando nella tenuta con passo rallentato e la mente colma di versi o imprechi verso Firenze e la sua Corte.

Il nostro picnic al tramonto

In realtà Dante qui forse non c’è mai stato, forse sì, nessuno lo sa con certezza. Ma a me piace immaginare che una passeggiata tra i vigneti di suo figlio, l’abbia fatta.

Saliamo in camera a notte fonda, quando sui plaid e sulle tavole c’è solo uno sparuto gruppetto di temerari come noi.

Ci aspetta una notte confortevole nel piccolo appartamento messo a nostra disposizione e con un pizzico di nostalgia ma con il cuore colmo di beatitudine, la mattina dopo, lasciamo la tenuta con la promessa che è solo un arrivederci.

“Ogni emozione rimane registrata nei nostri sensi, per riattivarle bisogna tornarci…”

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