curiosità

Fallo portafortuna

E’ tutta una questione di interpretazione. Parlerò in questo articolo del fallo portafortuna.

La parola “fallo” ha tanti significati. Fallo come indicativo presente del verbo “fallare”.  Fallo come sostantivo, ad esempio “è stato colto in fallo!” Oppure fallo da “fai o fà “ imperativo, più “lo” pronome personale maschile singolare da cui traiamo un bel “fallo tu”.

Il fallo in questione però è il pene, tanto grosso e grande da portare un sacco di fortuna.

I giapponesi sono meravigliosi quando si mettono, soprattutto quando festeggiano “Hodare”. Me le immagino tutte quelle donne festosamente devote al simbolo della prosperità e del piacere.

Attendano con ansia la seconda domenica di marzo per toccare il pene più grande del mondo. Perché scusate, grande è grande. Lungo più di due metri, fatto in legno di cedro, con un peso di 600 chili. E ti credo che  centinaia di donne sperano di salirci sopra e percorrere almeno un tratto della strada principale di Nagaoka.

Chiamiamolo pure portafortuna. Simbolo indiscusso di prosperità, senza ritegno alcuno. Così giù con leccalecca, gelati, gingilli, nasi e – chi fantasia ha, la metta  – slurp e slarp a suon di glande e contorno.

Non oso immaginare che cosa succederebbe in Italia se cazzi e mazzi sfilassero per le vie di Roma, presa all’assalto da centinaia di donne in cerca di fortuna.

Usi e costumi dell’altro mondo. Noi siamo dentro un bigottismo radicato che correrebbe il rischio di emergere ripristinato dalla Santa Inquisizione. Che Dio ce ne scampi.

In verità questa festa del pene è sacra per i giapponesi. Ti risparmio la storia che risale al ‘600, anche se molto carina. Quello che, secondo me, merita di essere sottolineato è che il ricavato, raccolto durante i festeggiamenti, viene devoluto per sostenere la lotta contro l’Aids.

Questa sì che è una cosa seria.

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