Violenza di genere

Ecco come reagire quando vieni provocato

Ogni giorno ci vengono dette parole che contengono frasi che attendono una reazione, quando siamo al lavoro, in famiglia, tra amici, tra sconosciuti.

La nostra reazione sarà l’ago della bilancia che diventa dialogo, conversazione utile o una vera e propria guerra.

Tutto parte da come noi interpretiamo le parole dell’interlocutore, dalla musica che ci risuona dentro dipende la nostra reazione.

Avrà toccato delle corde scomode o sono violenze verbali, bullismo?

Le provocazioni non sono quasi mai casuali.

Esistono tante forme di provocazione: c’è la battuta divertente che fa ridere tutti, ma tu reagisci con una risposta piccata e scontrosa, c’è l’offesa vera e propria davanti alla quale puoi restare paralizzato oppure contrattacchi come puoi in quel momento. Esiste l’accusa ingiusta e il bulllismo, queste sono violenze sempre e senza scusanti.

Perché una battuta fa ridere tutti meno te?

Il caso potrebbe essere questo:

Sei a cena con i tuoi amici, li conosci bene e conosci anche Paolo, il simpaticone della compagnia. E’ simpatico e le sue battute sono diventate storiche. Quella sera Paolo prende in giro una cameriera in carne con una frase fatta: “Nella vita per essere importanti bisogna avere un certo peso!”

Tutti ridono, tu no!

Ti senti offesa, reagisci male e difendi la cameriera perché a tutti può capitare di far cadere un bicchiere passando tra un tavolo e l’altro. Ti ha rovinato la serata tanto che non tocchi più cibo.

Che cosa ti è successo?

Semplicemente ti sei sentita coinvolta perché sei in sovrappeso e hai percepito quella battuta come un riferimento alla tua persona, al tuo peso.

UNA RISPOSTA ADEGUATA E’ UNA BELLA LEZIONE

Dire con tutta calma come ti sei sentita quando ha fatto quella battuta, che cosa hai provato cercando di fargli capire che non tutte le persone grasse stanno bene con la loro ciccia, avrebbe sicuramente cambiato le energie della serata. Stare in silenzio e tenersi la collera tutta per sé fa male a te solo, in questi casi dobbiamo avere il sangue freddo e prendere l’occasione per impartire qualche bella lezione di vita.

ALTRA COSA SE LA PROVOCAZIONE E’ MIRATA

Se la battuta è un messaggio subliminale rivolto a te, tutto cambia perché ci colpisce là dove non dovrebbe: la vergogna. Sarebbe bello avere la forza di ridere con tutti gli altri smontando così gli intenti malefici di chi voleva soffrissimo. Imparare a crescere la propria ironia, prendersi in giro, fa tacere gli animi e non solo tu ti sentirai meglio, ma il bulletto della situazione non ha più terreno da coltivarci neppure le gramigne.

UN AMICO TI FA UNA CRITICA, TU COME REAGISCI ?

Ci sono amici veri e amici di convenienza, che poi chiamarli amici è tutto dire.  Gli amici veri si possono permettere di farti una critica, gli altri anche no, grazie. I primi sono grilli parlanti, coscienze con la voce, angeli custodi che agiscono per il tuo bene, sono mossi dall’amore, anche se non sempre hanno ragione. In ogni caso la critica va valutata, ti fa male perché ti sta dicendo una verità scomoda oppure è infondata allora va spiegato il fraintendimento? Noi miglioriamo grazie all’aiuto degli altri, una sana critica è il modo migliore per crescere.

IL TONO DICE TUTTO

La voce può affettare un capello in 4. Se devi rispondere a una provocazione non alzare la voce, non irradiarla di gas nervino, dalla ragione passi al torto in un nano secondo, quanto tempo sprecato! I toni che userai per replicare fanno il 70 % del risultato sia esso positivo che al contrario negativo.

DA QUALE PULPITO VIENE LA PREDICA

Conosci la persona che ti ha provocato?

Cosa sai di lei?

Ecco che tutto si smonta o si monta a seconda dell’interlocutore.

Ti fidi di lui o di lei?

Ti ha provocato perché è una persona che lo fa di continuo con tutti, oppure è una persona fidata e lo devi ascoltare?

Nel secondo caso la reazione migliore è capire perché ti ha provocato, iniziare a fare domande costruttive, comprendere le sue ragioni, prima che le tue. Capita che una persona a te cara non sappia come dirti una cosa e usa metafore, battute o provocazioni per farti arrivare un messaggio. Sicura di essere una Santa senza colpa o peccato?

INDAGA E RIDIMENSIONA LA PROVOCAZIONE

Se un amico dopo una lunga conversazione dice ad un tratto: Si trova sempre qualcosa su cui lamentarsi, mi sta dando un messaggio, non trovi? Facciamo arrivare sangue al cervello non per sbroccare, ma per aiutarci a capire che cosa ha voluto dire con quella battuta. Allora indaga, ridimensiona il tutto e cerca una soluzione e se ha ragione il tuo amico, basta lamentarsi, come ho scritto in un altro articolo, fa male alla salute.

IL PROVOCATORE SERIALE E’ UN BULLO

La nota dolente c’è, ci sono persone che sono dei kiiller e questi vanno fermati.

Oggi è la giornata mondiale del bullismo e come altre ricorrenze che spingono per un giorno tutti a parlarne, dovrebbero essere ricordate un minuto al giorno 365 giorni l’anno.

Il provocatore seriale è un killer perché istiga l’altro alla sofferenza, alla rabbia, al fare del male. E’ un pensatore non improvvisato, sa dove e come colpire, taccia e umilia per il gusto di farlo e fa danni irreparabili alla vittima.

Il bullo individua la sua preda, non attacca senza un piano, tasta il terreno mettendo alla prova la vittima, provoca con parole di critica buttate là alla rinfusa, fa piccole azioni che servono per entrare in avanscoperta e poi quando capisce che la vittima è inerme attacca.

LA NON REAZIONE LO POMPA

Questo sarebbe l’unico caso in cui avere una reazione anche spropositata danneggerebbe solo il bullo.

Semmai dovessi sentirti vittima di bullismo ricorda che non sei solo, hai tutti con te: la famiglia, le istituzioni, la società che combattono per queste subdole forme di violenza gratuita.

Puoi farcela disarmando il bullo, non sei tu lo sbagliato, ricordalo sempre. Parlane in famiglia, con un parente, con un amico fidato, un carabiniere, un poliziotto, fallo in modo anonimo con le associazioni che si occupano di questo, sul web trovi le più importanti come #maipiùsolo che si occupa proprio di bullismo.

Non permettere che dilaghi questa piaga, perché se non reagisci ti ritroverai a leccarti tante ferite. Vuoi questo? Vuoi stare male e non fare niente?

Nessuno ha diritto di stenderti come un panno o farti diventare lo zerbino della società.

Attualmente in Italia rispetto al bullismo ed al cyberbullismo è in vigore la legge n.71 del 29 maggio 2017, ma proprio in questi giorni i due rami del Parlamento ne stanno approntando alcuni correttivi.

Scuola: dal momento che il fenomeno del bullismo avviene soprattutto a scuola, vengono affidati ai Presidi maggiore responsabilità e margine di intervento: devono vigilare su eventuali casi di bullismo, ma possono anche segnalarli con più facilità ai servizi sociosanitari o alla Procura, che attiverà il Tribunale dei Minori.

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