Real Life

Un padre anaffettivo può rovinarti la vita

Solo oggi, grazie ai tanti studi fatti sulla figura del padre nella famiglia, si è potuto confermare che il suo esempio può determinare il successo o il fallimento di un figlio.

Certo, ci sono casi in cui, forse per rivincita, un figlio maltrattato si impegni al tal punto da diventare l’esatto opposto del padre, un riscatto per tutte le volte che si è sentito dire di non valere niente e che niente farà nella vita.

Ma sono casi rari.

La maggior parte dei figli che hanno avuto padri anaffettivi, autoritari, duri e crudeli, rispondono da adulti con lo stesso atteggiamento, quello che conoscono meglio.

Il padre è un punto di riferimento, un esempio da seguire, colui che mette le basi per l’identità del figlio, in particolar modo della figlia.

Lui è per lei la metà della mela, ciò che vivrà sulla sua pelle sarà il modo con cui si confronterà con l’altro sesso da adulta, consoliderà relazioni e avrà più o meno autostima di se stessa.

Prova a immaginare un papà che urla alla mamma, che la tratta male, mai un abbraccio, mai una parola dolce.

La bambina penserà che la donna si merita questo trattamento, che fare una coccola o dire una parola dolce è da deboli. Penserà che gli uomini veri debbano comportarsi così, altrimenti non saranno degni del suo amore.

Se lei ama tanto un papà con questo atteggiamento, non mette in dubbio il suo istinto affettivo e nemmeno a colui che è riposto.

Quando da adulta si cercherà un compagno, lo cercherà esattamente come suo papà e imparerà a sue spese, con il tempo, che era tutto sbagliato.

Ora immagina un papà affettivo, presente, comprensivo, che stima sua moglie e la sua bambina, che la incoraggia nelle sue scelte, che infonde fiducia e che è Maestro di vita.

Di sicuro da adulta quella bambina saprà almeno una cosa: che tipo di uomo non vuole vicino a sé.

E’ un imprinting base quello che un padre trasmette ai figli, ecco perché fare il  genitore è il mestiere più difficile al mondo.

Sorrido se penso che poco tempo fa, l’autoritarismo era non solo accolto, ma preteso. Un uomo era considerato tale solo se si comportava da despota, se trattava la donna come una subalterna e i figli come soldatini.

Penso a noi, figli di quella generazione e penso ai perché delle scelte “copia e incolla” di amori sbagliati.

Anche il mio papà è stato a volte autoritario, spesso autorevole, bastava uno sguardo per mettermi in riga, una sua parola per farmi tacere, un amore dimostrato con insegnamenti impartiti a suon di regole, inespugnabili, indiscutibili.

Ma lasciava che sbagliassi.

Non ho mai messo in discussione il suo amore, avrei solo voluto un coccola in più, un abbraccio in più, un ti amo in più.

Il mio papà

“Contano i fatti non le belle parole”, ha sempre detto e ci ho creduto e ci credo ancora, non ho mai osato dirgli che una bella parola può riscaldarti il cuore come un bel gesto.

Quello che voglio dire è che oggi per fortuna i padri si sono evoluti, l’autoritarismo ha perso interesse e le minacce della mamma: “lo dico a tuo padre e poi vedrai quello che ti succede”, spero siano finite.

I papà di oggi sono persino diventati  mammi e forse siamo passati da un estremo all’altro, come in tante cose, non ne facciamo mai una di giusta.

Oggi i figli sono così pieni di cure che hanno perso il punto di riferimento, quello che i padri avevano un tempo. Vuoi per non avere rotture, vuoi per incapacità di prendersi delle responsabilità, i figli sono padri autoritari che dettano comandi e i padri rispondono all’attenti senza fiatare.

I bambini hanno bisogno di essere compresi, ma le argomentazioni razionali fatte a uno di 5 anni non fruttano, sono inutili e ribaltano i ruoli.

Pensando di creare un rapporto paritario, peggio ancora amichevole con il figlio, saltano la naturale evoluzione di crescita, sono caricati di ruoli che non hanno i mezzi per assumere e creano uno stato d’ansia in famiglia terribile perché i genitori si domandano dove sbagliano, riscuotendo la loro ingratitudine come risposta alla grande generosità.

Dove sta il giusto in tutta questa storia?

Nella consapevolezza e nella coscienza, ma anche nella crescita personale di chi fa il padre.

I no insegnano più dei sì, motivati e non imposti come negli anni ’70, nel dialogo costruttivo e non nei monologhi senza senso.

Fare gli amici dei figli non funziona, l’eredità che lascia un padre, in grado di arginare la figura del migliore amico, sarà preziosissima per la figlia da adulta. Gli amici sono altri e tra questi non rientrano le mamme e i papà.

Regole chiare e non di meno stabilite con la mamma, anche se spesso sono loro ad impedire ai padri di fare il loro dovere. Ma andrei fuori tema, lascio stare.

I padri evoluti devono essere testimoni e accompagnatori delle esperienze dei figli, saper accettare i loro errori e incoraggiarli a non rinunciare a lottare se falliscono ai primi tentativi.

Se il treno si ostina a uscire dai binari, prima o poi cadrà. Drizzare la linea è un dovere del padre, lo si deve fare con fermezza e comprensione, non certo con bastone e olio di ricino.

Oggi il mio papà compie 78 anni, è bellissimo, sembra un ragazzino con i capelli bianchi. Ancora oggi mi dà lezioni di vita e lo farà fino all’ultimo respiro.  

Una delle tante passioni di mio papà

C’è una cosa che lo salva dal mio impermeabile giudizio, che a tutta la sua innata rigidità c’è altrettanta ironia. Solo un’altra persona è stata in grado di farmi ridere come fa lui, l’ilarità supera gli abbracci e i baci e i ti amo non detti.

Il suo grande amore per i cani

Ho sempre riso tanto per le sue battute, per le sue aggrovigliate argomentazioni fitte di doppi sensi e citazioni rivisitate.

E già papi, sei un mito, secondo me, se fossi nato 30 anni dopo avresti anche imparato che l’affettività è una parte di noi che completa anche i caporali.

Auguri papi, buon compleanno.

author-sign

Ti potrebbe piacere anche...

Articoli popolari...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *