curiosità

Nemo propheta in patria

Se c’è una cosa in cui gli italiani primeggiano è la capacità di lamentarsi, siamo dei maestri  e ne abbiamo fatto il nostro biglietto da visita all’estero.

Quello che ci piace di più è recitare la parte della vittima. Lo spettacolo che mettiamo in scena spazia senza sorta nel quotidiano della vita, impersoniamo le svariate facce della tragicommedia e con colpi di genio passiamo dall’essere pagliacci, spiantati, parolai, fanfaroni, millantatori o vanagloriosi, insomma perfetti teatranti.

Il pessimismo di Leopardi è da riscrivere secondo il nuovo catastrofismo che stiamo vivendo. Mettiamoci pure la crisi e risultiamo così in Europa i più pessimisti con il 64% degli intervistati che dichiara che quest’anno sarà ancora peggio di quello appena trascorso, contro il 39% dell’opinione tedesca. Di noi pensano che le milioni di persone che non trovano lavoro è perché dedicano il loro tempo a lamentarsi, magari esagerano, ma questa è la migliore delle opinioni che si sono fatti di noi.

Ci lasciamo trattare così?

Ci siamo dimenticati di che cosa sia il nostro Bel Paese, delle quantità di eccellenze firmate made in Italy, della produzione di beni meccanicamente superiori per precisione ed efficacia nel mondo? In Cina non produrrebbero così bene senza le nostre macchine che in tema di risparmio energetico e riduzione delle emissioni ambientali non hanno concorrenza.

Eppure non siamo capaci di stringerci la mano e darci una pacca sulla spalla, soprattutto non sappiamo venderci bene. Basterebbero i francesi per trasformare una città come Vicenza in un luogo visitato da milioni di turisti. Abbiamo il Palladio, le sue ville, le cave di pietra, i palazzi, il paesaggio e il cibo. Con un pizzico di inventiva la nostra città sarebbe come Parigi.

Potessimo esaltare tutte le capacità produttive sparse lungo lo stivale, valorizzare le aziende nemo propheta in patria, ma leader nel mondo, la smetteremo di lagnarci e forse inizieremo a credere di più in noi stessi aprendo le porte all’inventiva e alla genialità che il resto del mondo ci riconosce alla pari della nostra quotidiana commedia.

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