Donne

Violenza sugli uomini: non se ne parla

Se negli ultimi cinquant’anni noi donne ci siamo emancipate, negli ultimi venti abbiamo affilato le armi. Siamo diventate combattive, non c’è più il conflitto teorico che c’era prima con gli uomini, ora siamo passati a un conflitto pratico. Nei fatti le donne oggi sono più capaci, più furbe, più programmate e più scaltre di ieri. Violenza sugli uomini: non se ne parla.

Non esiste un solo uomo che scopra dal telefonino della moglie che lei lo stia tradendo, non ci sono bugie che riescano a passare il laser delle donne, non esistono lavori che non sappiano fare o rispetto che non sappiano ottenere.

MA…

Questo MA ingombra su tutto il bel discorso. E’ il “ma” delle contraddizioni e dei “telafaròpagaresalata”.

Se anche l’uomo più intelligente ad un certo punto non va oltre, le donne, anche le meno argute, restano scaltre.

Pensiamo solo a quanti profili falsi sui social sanno aprire per spiare i loro uomini, per ottenere tutte le prove che saranno utili per infliggere duri colpi, magari in tribunale.

Diventano migliori dei detective e studiano piani diabolici per incastrare il tanto amato lui che dalle stelle fanno precipitare alle stalle per un click di troppo.

Certo, restano i dati a confermare che, ahimè, la violenza è maschile, ma ultimamente le donne non si fanno mancare niente. Ci sono mamme violente con mariti incapaci di gestire la violenza.

E in quanto a violenza, pochi ne parlano, le donne possono essere molto malvage, psicologicamente, rispetto agli uomini.

La donna non arriva all’omicidio, non quello d’impeto per lo meno. Vuoi per la poca forza fisica, vuoi perché non agisce d’istinto come l’uomo. La vendetta della donna è calcolata e fredda, quella che nel tempo lacera e procura buchi neri profondissimi.

Pur essendo contro la violenza sulle donne, devo ammettere che si parla poco della violenza sugli uomini. E’ da molto che penso di scrivere a loro favore.

Mi sono decisa perché ho ascoltato alcune confessioni agghiaccianti di uomini esausti della cattiveria delle loro moglie o ex mogli.

Nei casi che ho ascoltato, tutti gli uomini, che devono vedersela con la violenza femminile, hanno figli. Sono il contendere per ottenere l’impossibile e spesso il capro espiatorio per causare sensi di colpa laceranti.

Queste donne succhiano il portafogli e il conto in banca dei mariti come fosse una centrifuga, fregandosene altamente se restano in brache di tela o con una pizza congelata nel freezer. Riducono a coriandoli la loro autostima e li cuociono a fuoco lento finché non muoiono.

Le hai tradite, vuoi lasciarle e allora paghi fino alla morte. Violenza sugli uomini non se ne parla

Ricatti, violenze verbali, screditamento, scene isteriche e botte. Oh sì, botte da orbi. Questi uomini prendono botte dalle loro mogli e mai e poi mai denunceranno i fatti.

La vergogna ci accumuna in questo caso, prenderle e denunciare, che tu sia uomo o donna, è sempre dura.

Ci stiamo avvicinando al 25 novembre e saranno in ogni dove le manifestazioni contro la violenza sulle donne. Assolutamente d’accordo, se non fosse che accanto a questo fenomeno ci stiamo dimenticando degli uomini.

Uno di loro mi ha confessato di essere in preda alla disperazione più totale.

La moglie lo ha sbattuto fuori casa, non gli fa vedere i figli. Lui è tornato a vivere dai genitori e con il lavoro non va meglio. Certo uno stipendio lo porta a casa, ma non sarà sufficiente per vivere, dopo la richiesta di un mantenimento di 1000 euro al mese per i due figli.

Guadagna 2000 euro al mese circa, tolto il mantenimento ne restano 1000 con i quali dovrebbe arrivare a fine mese. Quando gli ho detto che ci sono donne che ce la fanno anche con meno, mi ha risposto che non è vita, che lo distrugge psicologicamente, che le ha proposto 500 euro per i figli, ma ovviamente non ha accettato.

Ha parlato di suicidio, ma so che si trattava di uno sfogo. Resta comunque la violenza verbale che questa donna quotidianamente gli infligge. Parla male di lui ai bambini, ai parenti e agli amici. E’ stata in grado, secondo lui, di inventarsi di sana pianta che la picchiava e la tradiva. Questa persona è così diversa da come viene rappresentata che fatico a crederci, ma ci credo.

Maltrattamenti e soprusi subiti anche da un altro uomo. Lei è pessima. Fa scenate sotto casa, lo attende fuori dall’ufficio, lo pedina e gli fa dispetti odiosi come imbrattare l’auto, tagliare le gomme, scrivere nefandezze su cartelloni che appendeva fuori casa sua. Ha messo le telecamere per poter denunciare, ma glielo ha detto. Da quel giorno non è più successo.

Per ritornare alla famosa “normalità” degli uomini. Una donna non avrebbe mai confessato delle telecamere.

Farebbe crollare chiunque essere privati dell’amore per i propri figli e queste donne usano loro per ottenere sempre di più e far pagare agli uomini la loro infelicità.

Anche se separato, Diego, ( nome di fantasia ) risponde quotidianamente alle telefonate della moglie che lo incalza su ogni cosa. Un ritardo nei pagamenti sul mantenimento, il disinteressamento dell’andamento scolastico dei figli, la retta scolastica da dividere e la vacanza per i figli non corrisposta. Lamentele continue che, detta così, basterebbe suggerire di non rispondere più al telefono. Queste donne hanno un potere assurdo e forse, per non perdere la credibilità sui figli, ne restano incastrati e vittime.

Nessuno di loro denuncia: ancora una volta è la vergogna a bloccarli.

Francesco ( nome di fantasia ) si è innamorato di un’altra donna. Il rapporto con la moglie era fatto solo di continue litigate e sacrifici. Lui lavora tanto e cercava di non far mancare nulla al figlio e a lei. Nessuno dei due voleva stare con l’altro, ma la famiglia non si tocca.

Le minacce di divorzio erano il contorno con la carne che ingoiava ogni giorno.

Succede, si invaghisce di un’altra donna, la frequenta e si innamora. Lei lo scopre grazie al telefonino,  (cosa ho detto all’inizio?) e si scatena l’inferno.

Sui profili social inizia lo sputtanamento aggressivo, orribile, devastante.

Ha provato a difendersi chiedendo fosse rimosse tutto, lei si è messa ad urlare e ha chiamato i carabinieri dicendo che la stava picchiando. Lo costringono a non rientrare in casa, ha dormito in un hotel. Il giorno dopo vuole prendersi degli abiti puliti e trova la serratura cambiata. Da quel giorno non solo non vede più suo figlio e non è più rientrato in quella casa. E’ in attesa della decisione del giudice che gli comunichi i giorni in cui potrà vederlo. Dieci mesi di inferno che lo stanno mettendo a dura prova.

Chiunque subisca violenza prova le stesse paure, ha le stesse angosce, gli stessi traumi. C’è da dire però che oggi le donne sono aiutate e capite, gli uomini no.

Quello che il 25 novembre dovremmo combattere è la violenza domestica, qualunque sia la vittima. La Convenzione di Istanbul parla anche di violenza domestica. Il maschinicidio esiste e non possiamo tapparci orecchie e bocca.

Convenzione di Istanbul

Chapter I – Purposes, definitions, equality and non-discrimination, general obligations

  •  design a comprehensive framework, policies and measures for the protection of and assistance to all victims of violence against women and domestic violence;
  • promote international co-operation with a view to eliminating violence against women and domestic violence;
  • provide support and assistance to organisations and law enforcement agencies to effectively co-operate in order to adopt an integrated approach to eliminating violence against women and domestic violence.
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