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Ti amo e ti odio: la giostra delle relazioni!

All’inizio si parla di amore, poi, nel corso della relazione, quando amore e odio si conoscono, si sale in quella che definisco la giostra delle relazioni. Ti amo e ti odio, com’è possibile? Se lo chiedeva anche Catullo nell’incipit del Carme 85, che riporto nella traduzione di Salvatore Quasimodo: “Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; / non so, ma è proprio così e mi tormento”. Amore e odio il paradosso dei sentimenti.

Una pratica eccellente per rovinarsi la vita o una realtà con cui molti convivono e non sanno gestire?

Come si fa ad amare e odiare contemporaneamente la stessa persona: sono tutti casi da risolvere stesi in un comodo lettino oppure è vero che sono parte integrante l’uno dell’altro e possono convivere?  

Pare che l’animo umano sia capace di offrire cioccolatini al veleno più di quanto immaginiamo. Gli studiosi del comportamento ne hanno un bel dire sull’altalenante sentimento, una giostra che fa girare la testa anche al cavallo di legno. Prima emulo da quanto ti amo poi uccido da quanto di odio.

Le coppie tendono per loro natura ad assomigliarsi, a diventare un tutt’uno, tanto che non è raro notare una somiglianza persino fisica.

E’ l’amore a vincere agli inizi, tutto va a gonfie vele, mesi forse anni senza mai superare la soglia del rispetto. Si litiga ma sono scaramucce necessarie per conoscersi.

Poi, d’un tratto, uno dei due accende la miccia. La litigata esplode come una bomba ed è qui che fa capolino l’odio spietato. L’equilibrio perde la “e” per diventare squilibrio e stanchi e meno tolleranti di ieri si passa dalla casella bianca dell’amore a quella nera dell’odio saltellando sullo scacchiere della quotidianità.

I partners hanno provato il sentimento oscuro dell’odio e l’abitudine di odiarsi porterà allo sfacelo.

All’inizio fa male passare la soglia, quando ci si offende pesantemente si passano le notti successive a chiedersi perché la furia si è scatenata.

Sono le false giustificazioni a metterti in salvo.

Pensi di avercela fatta, ma non è così. Uno dei due ci ha preso gusto a farti ingoiare merda ogni volta che apri bocca, diventa un comportamento, una routine. Dopo 5 volte che ti beffeggia, si diverte e l’odio ballerà sulle caselle nere del pavimento a scacchi ogni volta che la carne sarà tiepida, la pasta scotta o i compiti da compitare.

C’eravamo tanto amati..

Mi chiedo se sia la troppa confidenza a rovinare la coppia, oppure la necessità di distacco da chi ti somiglia così tanto. Scarichiamo sul partner le paure, le rabbie accumulate durante la giornata, le ansie perché abbiamo alzato l’asticella della confidenza, quindi possiamo permettercelo?

Mica mandi a cagare il collega d’ufficio o il salumiere che con quel faccino ti dice sempre “Sono 130, lascio?” E tu ce l’hai lì la voglia di dirgli: “No cazzo, tolga quei 30!” Eccheddiamine.

Quindi pur di essere precisa ed educata ti sfoghi a casa, quando torni e trovi i piatti da lavare del giorno prima, i giocattoli dei figli sotto le lenzuola e il tuo partner steso sul divano a godersi Youporn.

Un’area del tuo cervello si annebbia e fa di più. Fotografa la scena come fosse miss Marple o Poirot, perché quella fotografia entrerà negli archivi dei “moventi per odiarti”.

Prima che la relazione passi dalla migliore che avevi alla peggiore in assoluto, dobbiamo fermarci. Si litiga perché siamo fatti così noi umani, ma se non impariamo a rendere la discussione costruttiva diventa un guaio.

Ti amo e ti odio la giostra delle relazioni!

Come fare allora per evitare di provare odio verso chi hai tanto amato?

Se riuscissimo a gestire la lite e trasformarla in “funzione terapeutica” dovremmo riuscire a spegnere la miccia che fa esplodere la bomba.

Fate il gioco dell’analisi logica. Una volta terminata la prima litigata prova a capire che cosa hai sentito, quali corde ha toccato per averti così ferita.

In questa prima fase si deve evitare di uscire da se stessi. No a indici puntati addosso, a colpa tua, se tu avessi detto, se avessi fatto e così via.

Integrando il vissuto di entrambi si nota come a innescare la miccia sia proprio quella parola o quel gesto che palesato si eviterà di proporre con sana coscienza.

Ci sono delle regole per poter litigare bene?

No, ma esistono delle consapevolezze che se acquisite possono davvero salvare la coppia.

  • Si mette per iscritto che la litigata è fine a se stessa, poi si cercherà di analizzare per conoscersi di più.
  • Fai in modo di spiegare al partner come ti senti, quali sono le tue emozioni e impara a rimandare l’emozione al contrario per accertarti di aver compreso bene cosa prova lui o lei.
  • Sintonizza le emozioni ovvero parla con lo stesso linguaggio emotivo
  • Mai e poi mai usare le informazioni personali per attaccare una persona
  • Ascolta e ascolta, ma non con le orecchie, con la pancia.
  • Ammettere di aver sbagliato, chiedere scusa
  • Se uno parla l’altro ascolta. Interrompere una persona che parla può innescare la miccia.
  • Tutto bene a un metro di distanza. Nessun avvicinamento durante la litigata. Solo dopo alla fine, ci si unisce per un forte abbraccio.

Ho sempre pensato che litigare sia terapeutico, all’inizio della relazione, quando ancora non abbiamo tutta la confidenza che subentrerà certamente con gli anni. Ed è proprio qui che bisognerebbe intervenire per dare la giusta importanza alla lite, per ribaltarla a nostro favore.

Perché quel “c’eravamo tanto amati” diventi un “ci amiamo ancora tanto “.

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