Violenza di genere

8 marzo: un mazzo di ipocrisia ?

Mi sento molto in contraddizione oggi, festeggiare la donna esaltando le sue doti oppure guardare in faccia la realtà e constatare che finché non faranno squadra sono le peggiori nemiche di se stesse? Qual è il distinguo tra l’esaltazione e l’onnipotenza? È vero, ci sono donne straordinarie che non conosciamo personalmente, ma a noi basta poco per crederlo. Una lotta verso un diritto, un lavoro poco retribuito, una battaglia per un valore, l’isolamento, lo sfruttamento, una posizione di potere raggiunta con chissà quali sacrifici, la donna della porta accanto, quella che incroci per strada con sacchetti per la spesa nella mano destra , un bimbo tenuto con la sinistra e un altro nel marsupio attaccato al petto.

È vero, le donne sentono, vibrano, lottano, crescono. Ma qualcuno deve spiegarmi perché ce l’hanno con le loro simili, qualcuno mi spieghi perché sono invidiose, gelose, perfide e maligne tra loro.

Se siamo davvero così speciali, dovremmo essere solidali, altrimenti non siamo più credibili. Gli uomini in questo fanno scuola e mi dispiace dirlo, sarà perché sono abituati da millenni a confrontarsi tra loro, ma insegnano.

Allora abbassiamo l’ascia e non solo perché oggi fiondano auguri da ogni dove e ci ricordano che è bello essere donne, riflettiamo sull’adesione a noi stesse in funzione del gruppo, alla solidarietà, all’amore che ci dobbiamo non più come un bisogno ma come dovere per sopravvivere. Non mi adeguo alla falsità di auguri non sentiti, preferisco fare una preghiera ricordando le vittime dell’8 marzo, poi alla fine penserò all’emisfero femminile perché un giorno possa davvero distinguersi, ne abbiamo virtù e facoltà, forse meno consapevolezza.

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