Violenza di genere

Biglietti alle cassiere dei supermercati, fate qualcosa!

Sarebbe bello ti dicessi che le cassiere ricevono biglietti d’amore e stima, diventerebbero notizie per un bel post da pubblicare sui social, qualche giornale sicuramente ne farebbe un servizio e tutti saremmo felici di sapere che esistono ancora corteggiatori gentili dal gusto retrò.

Peccato che la natura dei biglietti non sia questa.

Sono gridi d’aiuto che lasciano le donne vittime di violenza domestica perché non trovano altro modo per comunicare la loro situazione.

I casi di violenza domestica aumentano grazie alla coesistenza forzata dello spazio da dividere con il carnefice di turno.

Puoi solo immaginare, cosa succede a una donna con un compagno o marito violento, cosa deve subire minuto dopo minuto, in questo periodo d’isolamento.

Le donne che prima del corona subivano violenza avevano l’opzione di uscire per andare a denunciare, parlare con qualcuno o liberarsi per qualche ora andando al lavoro o accompagnando i figli a scuola.

Ora vivono all’inferno e non sanno come uscirne.

Alcune di loro si sono ingegnate scrivendo dei biglietti con la richiesta d’aiuto lasciati alle cassiere dei supermercati, a qualche negoziante del loro paese ed è sconcertante tutto questo.

“Aiutatemi, mio marito mi picchia!”

Gli effetti della pandemia in Cina ha già verificato un aumento dei casi di violenza domestica, raddoppiati rispetto all’anno prima nello stesso periodo.

La responsabile nel Regno Unito di UN Woman, l’Organizzazione delle Nazioni Unite dedicata alla parità di genere, Claire Barnett, ha dichiarato che esistono prove evidenti che in uno stato di incertezza economica e di instabilità sociale, l’abuso domestico aumenta drasticamente.

Perdita del lavoro, frustrazione, rabbia incontenibile si riversa sulle donne costrette a subire le angherie di questi mostri, ogni sciocchezza fa scattare la scintilla, ogni parola sbagliata è il pretesto per uno schiaffo o un insulto.

Chiedere aiuto è diventato difficile, alcune strutture che si occupano di violenza sono chiuse, c’è maggiore difficoltà di rivolgersi agli sportelli d’accoglienza, queste donne sono in gabbia con il loro peggior incubo e subiscono stando in silenzio.

Non a caso Maria Manella, magistrato della procura di Milano. ha confermato che le denunce per maltrattamenti sono diminuite da quando c’è l’emergenza del coronavirus.

«Ci basiamo solamente sull’esperienza perché è ancora presto per avere dei dati certi, ma possiamo dire che le convivenze forzate con i compagni, mariti e con i figli, in questo periodo, scoraggiano le donne dal telefonare o recarsi personalmente dalle forze dell’ordine».

Solo l’anno scorso l’81,2 % dei femminicidi è avvenuto all’interno delle mura domestiche.

Pensiamo davvero che si siano tutti redenti oppure apriamo gli occhi e confermiamo che la situazione sta impedendo alle donne di denunciare.

Questo è un silenzio allarmante.

Il numero 1522 è attivo 24h, se puoi chiama e se invece sei controllata a vista, scrivi un biglietto e fai come hanno fatto altre donne, lascia un messaggio alla cassiera di un supermercato, dal macellaio, dal fruttivendolo e fai in modo di farti aiutare.

Questo messaggio dovrebbe passare 20 volte al giorno sulle Tv nazionali, al posto della notizia “perimetro d’uscita” 200 metri e poi 250 e poi 300. 

Chissenefrega.

Ci sono problemi ben più gravi del contare il numero dei passi che una persona può fare al giorno.

Caro governo, mi auguro di non leggere notizie, finito l’isolamento, che riportino statistiche col numero di vittime di violenza o di denunce fatte a posteriori.

FATE QUALCOSA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI !

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